Spendo due parole, ma giusto perché sembra diventato necessario, su questo argomento.

Inutile dirvi che parlare di individui che fanno tatuaggi in casa a tatuatori professionisti che hanno passato anni ad imparare un’antichissima professione sospesa in tempi non troppo remoti tra il sacro e il mistico, è come parlare ad un orafo della paccottiglia che vende Accessorize o ad un pizzaiolo napoletano di quanto è buona la pizza fatta dai kebabbari. Rischiate solo di farmi mandare a quel paese. Troverete anche chi vi lancerà fuori dallo studio. E’ per questo motivo che pensavo che non sarebbe mai stato necessario arrivare a postare questo articolo.

Ma a quanto pare…

Senza entrare nel merito di chi paga le tasse e chi no, chi si paga l’affitto di casa e di un negozio e chi cena dove tatua, di chi viene costantemente monitorato e seccato dall’Asl e di chi non ne ha mai sentito parlare, di chi spende mila euro in prodotti da disinfezione, guanti e attrezzature rigorosamente monouso e di chi usa invece il Vetril, di chi impiega anni a farsi una reputazione perché la gente sa dove andare a lamentarsi e di chi invece trasloca un isolato dopo, di chi compra i migliori prodotti sul mercato e di chi usa invece colori cinesi presi su Ebay, e di chi potrei andare avanti per ore!

Vorrei fare solamente una riflessione.

Tatuarsi è la soddisfazione di un desiderio, un desiderio che comporta una spesa monetaria, esattamente come tanti altri desideri. Ora se si avesse il desiderio di comprarsi un paio di scarpe nuove, magari di marca si può fare in due modi:

o andare in un buon negozio di scarpe e pagare la cifra richiesta senza fare storie, tornare a casa e indossarle, felici;

oppure andare in un negozio qualsiasi, provarle, trovare la taglia giusta, fare il giro di tutti i negozi e vedere dove costano meno, infine guardare su Ebay o Amazon, impazzire per vedere se comprandole in Romania che costano meno ma le spese di spedizione sono care, optare per prenderle da un rivenditore di dubbia serietà magari rubate, ordinarle, riceverle, accorgersi che sono taroccate, farsi rimborsare, fare l’asta e aggiudicarsi finalmente quelle che volevate risparmiando 10 Euro rispetto al negozio. Evviva!

Questo secondo metodo l’abbiamo provato tutti, tanto sono solo delle scarpe, se non vanno bene piuttosto le butto.

Rivolgersi a tatuatori improvvisati o che lavorano in casa è esattamente come ragionare in questo modo.

Tuttavia è anche il modo migliore per rovinarsi a vita la pelle. Un tatuaggio fatto male non si può buttare e nel 90% dei casi non si può nemmeno coprire o cancellare col laser. Ve lo tenete punto.

Ma ha senso? Magari per risparmiare 50 Euro…

Un tatuaggio è per sempre, non si deve badare al risparmio (ovvio neanche farsi rapinare); bisogna informarsi bene sull’artista che si decide di scegliere, fidarsi e farsi consigliare.

Inoltre vogliamo parlare dell’igiene? Davvero avete il coraggio di farvi tatuare sulla tavola da pranzo o sul divano di uno sconosciuto? Ma secondo voi li spende 5000 Euro per una autoclave sterilizzante a 150° C, che poi dove la tiene, nello sgabuzzino? Magari ha anche un cane o un gatto, belli si ma io in ospedale so che non li fanno entrare!

Ora sicuramente c’è anche chi tra questi tratta casa sua come una sala operatoria, non voglio fare di tutta l’erba un fascio, ma sono comunque degli stronzi perché se stanno in casa è perché nessuno se li prende in studio, e loro lo sanno…e si mortificano e se ne vergognano tutto il giorno.

Scusate se può sembrare uno sfogo ma vuole essere solo un articolo di buona informazione.

Max